QUANDO IL SESSO DIVENTA UNA MANIA
Il sesso dovrebbe sempre essere un piacere: per alcune persone, però, può assumere i tratti di una vera e propria dipendenza. Scopriamone di più insieme.
Ancora poco nota e considerata per lo più una patologia da maniaci, la sexual addicition (letteralmente: dipendenza da sesso) è un fenomeno in crescita, anche se, di solito, chi ne soffre – soprattutto se donna – si sforza di nasconderlo; nel 2005 i soli casi in Italia superavano i tre milioni. Il “National council of sex addiction” definisce questa dipendenza come una “persistente e crescente modalità di comportamento sessuale, messo in atto nonostante il manifestarsi di conseguenze negative, per sé e per gli altri”. La ricerca dell’appagamento fisico, infatti, diventa così centrale nella vita del sex addicted che egli rischia spesso di subordinare e sacrificare in nome di essa amicizie, affetti, lavoro. L’eros è per lui una mania: lo pratica non per raggiungere il piacere, ma per liberarsi dai propri spettri, per evadere dalla routine o da se stesso, per compensare frustrazioni e vuoti. L’autostima diventa poi proporzionale al numero di rapporti o di partner avuti: non contano più il “chi” e il “come”, ma solo “quanti” e “quanto spesso”. Raggiunto l’orgasmo, gli erotomani di frequente provano tristezza, vergogna, sensi di colpa e odio per se stessi; ciò, ovviamente, fa sì che il tasso di insoddisfazione aumenti, e che siano quindi portati di nuovo a trovare sfogo nel sesso. Insomma: un circolo vizioso dal quale è difficile uscire se non si prende chiaramente coscienza del problema e si interviene in modo serio.
LE SPIE D’ALLARME
La sexual addiction può distinguersi da una sana, semplice passione per l’eros grazie ad alcune spie d’allarme. Chi sviluppa la dipendenza, ha continui pensieri a sfondo sessuale ed è perennemente alla ricerca di rapporti (in particolare con sconosciuti), anche se non prova attrazione verso il partner; non di rado fa ricorso a pratiche sadomasochistiche o feticiste; infine, tende a masturbarsi con frequenza sino all’ossessività, utilizzando eventualmente del materiale pornografico o i telefoni erotici.
SEXUAL ADDITCION – LE CAUSE
La dipendenza è in alcuni casi legata a traumi sessuali mai superati o ad abbandono da parte dei genitori. Più spesso, alla origini vi è insoddisfazione o incapacità di gestire in modo corretto la propria vita affettiva e/o intima; il sesso, a volte, può divenirne un triste surrogato. Infine, c’è chi ricorre ossessivamente ad esso per rafforzare la propria autostima, in base all’equazione “più rapporti ho, più valgo”.
LE CONSEGUENZE
Il sex addicted può trarre dalla sua dipendenza problemi quali disfunzioni sessuali (impotenza, frigidità…), dolori agli organi sessuali, malattie veneree, ansia, ulcere, astenia e disturbi dell’umore. Le conseguenze maggiori sono però sul piano psicologico e sociale: l’erotomane, infatti, tende a considerare le persone alla stregua di meri oggetti sessuali e a trattarle di conseguenza. Allo stesso tempo, spesso vive con vergogna la sua condizione, e per questo motivo s’isola e si rinchiude ancora di più nella sua ossessione.
INTERNET, IL REGNO DEI SEX ADDICTED
Nella realtà virtuale, ciascuno può creare l’immagine di sé che preferisce o dare libero sfogo a tutte le proprie antasie (nel caso dei pedofili e dei maniaci si tratta di vere e proprie perversioni), mettendo da parte le insicurezze e i timori che invece lo caratterizzano nella vita quotidiana. La rete, quindi, è un terreno di caccia molto succulento per i sex addicted, che amano concentrarsi e organizzare i loro incontri – concreti o solo virtuali – soprattutto nelle chat (sono preferite, ovviamente, quelle erotiche).
SE LA DIPENDENZA È A LUCI ROSSE
Una classe particolare di sex addicted è costituita dai dipendenti dalla pornografia. Passano molte ore della propria giornata a cercare stimoli sessuali principalmente attraverso filmati e foto, masturbandosi. Negli ultimi anni, il web sta divenendo il canale privilegiato (in questo caso si parla di cyberporno): esso, infatti, costituisce un serbatoio pressoché infinito di materiale a luci rosse, al quale si può attingere e -volendo – anche partecipare con molta facilità, a costo zero o quasi e, soprattutto, in modo anonimo e riservato.
PRIMO PASSO: AMMETTERE IL PROBLEMA
Prima di tutto, come in ogni malattia, per intervenire e raggiungere dei risultati positivi occorre che il soggetto ammetta il suo problema. In questo terreno, la questione si fa ancora più delicata: poiché il sesso è considerato un ambito del tutto naturale e importante all’interno della vita di un individuo, chi ne è ossessionato – come d’altronde accade nei rapporti di dipendenza – ha difficoltà ad ammettere che ha superato i limiti dell’accettabilità.
LA CURA
I tempi per guarire sono un po’ lunghi: in media, ci vogliono 12-18 mesi, ma variano a seconda del tasso di consapevolezza del problema da parte del soggetto, della sua forza di volontà e del suo impegno. La terapia può prevedere un trattamento farmacologico, ma si basa principalmente su incontri con uno psicologo o uno psicoterapeuta, singoli, di gruppo o con l’eventuale partecipazione della famiglia del soggetto. Per sconfiggere la dipendenza, si deve innanzitutto cercare di cogliere le ragioni che hanno spinto l’individuo ad avere un rapporto insano col sesso, esaminando la sua vita, i suoi traumi, la sua personalità e i suoi bisogni. In una seconda fase, poi, bisogna imparare a gestire e sostituire le emozioni e gli stimoli forti dati dall’eros (inteso come ossessione) con altri più sani.
SEXUAL ADDITCION, USCIRNE SI PUÒ
“Ho iniziato a dipendere dalla pornografia guardando foto e video su internet. All’inizio, c’era solo molta curiosità: ero giovane, non avevo esperienze… Insomma: all’eccitazione si univa l’idea di apprendere.” ci racconta Aldo, 28 anni. “Il desiderio, inizialmente contenuto, è diventato un po’ alla volta il centro della mia giornata: così mi sono ritrovato a passare ore davanti alla tv o al pc senza che me ne accorgessi, mai soddisfatto e sempre alla ricerca dell’olire, del di più. Poi, un giorno, grazie a un amico al quale avevo rivelato il mio problema, sono venuto in contatto col tantra, una disciplina indiana che aiuta a prendere consapevolezza di sé e a liberarsi delle proprie inibizioni, anche in ambito sessuale, da soli o con una partner. Così, gradualmente, mi sono accorto della situazione in cui ero finito. Nel porno, è tutto enfatizzato e assolutamente “scarico”, vuoto; il tantra, invece, ti insegna che il sesso, oltre che piacere, è spiritualità ed un modo per conoscere meglio se stessi. Ho iniziato così a praticare gli esercizi che questa disciplina prevede e, più andavo avanti, meno sentivo il bisogno di ricorrere alla pornografia, sino a che non ho acquisito un rapporto sano con la sessualità e con le donne”.