Non riuscire a dormire correttamente comporta vivere male.

Ripetutamente i disordini del dormire vengono sottostimati, ma la loro manifestazione colpisce pesantemente anche sulla vita giornaliera limitandone in maniera rilevante la qualità.

Scoprire di quale malessere si soffre durante la notte è possibile con un semplice controllo diagnostico: la polisonnografia.

Finchè riposa, in un luogo correttamente predisposto, il paziente viene controllato.
Il fine del personale medico è quello di valutare una serie di dati fisiologici. Questo perché i meccanismi che regolamentano la nostra esistenza diurna, nel sonno affrontano alcuni nodali cambiamenti , perché durante questa fase viviamo una temporanea perdita di coscienza.

Mentre siamo assopiti avviene la successione di due stadi, della durata di approssimativamente un’ora e mezza ciascuna chiamate periodo REM e fase NON-REM.
Nel periodo di fase REM (Rapid Eyes Movement ) misure vitali ad esempio battito del cuore e respirazione divengono molto energici e sopraggiungono i sogni.
Il nostro corpo fa circolare certi ormoni il cui compito principale è quello di rilasciare il tessuto muscolare portandoli ad una condizione somigliante alla paralisi
Lo stadio REM perdura all’incirca un’ora e mezza e si manifesta per quattro/cinque momenti durante il sonno.

Il periodo NON-REM si compone di quattro fasi per mezzo i quali il nostro periodo di sonno acquista la sua somma punta. Affinchè il sonno esplichi la sua finalità benefica è importante che queste due fasi si avvicendino. La carenza di codesto scambio conduce a disordini del dormire come: insonnia, sindrome delle apnee notturne, narcolessia, disturbi del comportamento notturno e disturbi del movimento.

La polisonnografia non è una prova invasivo non comporta effetti collaterali e non è doloroso. L’individuo prima del esame diagonstico non dovrà mangiare e bere generi alimentari con sostanze eccitanti e dovrà evitare di bere alcoolici.

Per avere gli elementi sufficienti a giungere a una diagnosi si sistemano alcuni rilevatori che rilevano l’attività del cervello, l’attività del cuore gli esiti riguardanti il movimento delle estremità e la quantità di ossigeno nell’apparato sanguigno.

Una volta terminata la raccolta degli elementi il soggetto dovrà essere sganciato dal polisonnigrafo e andrà alla propria abitazione.

Ognuno degli aspetti corporali ottenuti è indicativo della eventuale esistenza di un disturbo del riposo e al dottore spetta l’incarico di interpretarli e arrivare alla diagnosi.
Attività dell’encefalo, e ruotamenti del bulbo oculare esprimono la presenza di narcolessia e disagi nello stadio REM.

Modificazioni nell’attività cardiaca suggeriscono la presenza di apnee notturne, così come sottolineato anche da una differente quantità di ossigeno nell’apparato circolatorio.
Per finire costanti movimenti delle estremità potrebbero essere segno di Sindrome delle gambe senza riposo, o in alternativa di disagio dell’atteggiamento nelle stati REM o NON-REM del riposo.