PROFILI DI DONNA… Sono sei le tipologie di donne lavoratrici e madri. Ecco l’indagine del Censis per la fondazione Schering.
Siamo tutte diverse? Mica tanto, pare… Stando ad un’indagine condotta dal Censis e presentata a metà ottobre a Roma, sembra che le donne si possano considerare appartenenti a sei categorie.
Negli ultimi 40 anni il ruolo della donna nella nostra società è decisamente cambiato; la conquista del lavoro extracasalingo è forse l’evento che fa da spartiacque nella via dell’emancipazione della donna, che ora gestisce abitualmente una sorta di doppio lavoro (ma solo uno retribuito!).
Duplice la reazione di uomini e donne a ciò. Se per molti l’uscire dalle mura domestiche per la donna è stato determinante per la rovina della società, per un’altra frangia di persone, l’emancipazione femminile ha portato ad un arricchimento culturale e di visione del mondo a cui, anche per troppo tempo, si era rinunciato.
In ogni caso la donna oggi, sempre più spesso, fa la giocoliera tirando per aria le palline del lavoro, della famiglia, degli interessi personali, della cura della propria salute e del proprio corpo, stando ben attenta a non perdere l’equilibrio, pena la rottura del circolo virtuoso delle palline per aria.
La ricerca, condotta dal Censis per la Fondazione Schering, si sofferma proprio sulle caratteristiche della vita lavorativa delle donne italiane, sulle loro effettive opportunità, sulle difficoltà che incontrano nel conciliare il lavoro professionale e quello familiare.
Emancipazione femminile in italia
Ecco i sei tipi di donna, individuate in base al ruolo familiare e lavorativo:
1. Sono prevalentemente di mezza età e si riconoscono come realizzate nella famiglia e sul lavoro (20,6 per cento). Sono felici, hanno lavori stabili e figli, si sentono più libere e più serene delle loro madri.
2. Famiglia e sacrificio (24,5 per cento). Sono donne mature, con figli, in maggioranza casalinghe, che nel matrimonio hanno trovato stabilità, ma che soffrono per aver perso occasioni di realizzazione al di fuori di esso.
3. Casalinghe sognatrici (20,5 per cento). Donne sposate, piuttosto giovani, con titoli di studio generalmente bassi e complessivamente piuttosto serene.
4. Fidanzate fiduciose (12,8 per cento). Si collocano soprattutto nella classe d’età 18-25 anni, vivono con i genitori e per lo più studiano. La relazione con il partner è fissa e vi investono grandi aspettative.
5. Single (12,4 per cento). Si definiscono single, questa situazione non le fa soffrire, si dicono aperte a nuove relazioni, anche se talvolta si dichiarano infelici.
6. Anziane sole (9,2 per cento). Sono per lo più vedove della terza età. Soffrono per la loro condizione, in alcuni casi vivono con i figli, ma per lo più sono sole e con relazioni sociali scarse.
Questi dati saranno aggiornati anno per anno in modo da avviare una sorta di “osservatorio donna”.
Sarebbe interessante sapere quante donne che leggeranno questi dati si ritroveranno nelle sei categorie e in quali. E se una donna non si riconoscesse in nessuna delle sei? O se fosse passata da una fase all’altra in maniera assolutamente casuale? Sarebbe atipica? Ci sarebbe da preoccuparsi?