A denunciarlo è la Società Italiana di Psichiatria (Sip) all’apertura del Congresso Nazionale in ottobre. Ansia e depressione sono tra i nuovi, peggiori nemici dei giovani, più a rischio i giovanissimi dai 10 ai 14 anni.
A svelare le dimensioni di un fenomeno in allarmante crescita è lo studio ‘Prismà, il primo condotto in Italia su 3.418 ragazzi fra i 10 e i 14 anni e che dimostra come il 10% dei preadolescenti (circa 300.000) soffra di depressione, ansia da confronto e fobie da mancanza d’identità. Eppure, solo il 40% di questi giovani è in contatto con gli specialisti e meno del 30% dei casi di depressione viene diagnosticato. Inoltre, a ricevere cure adeguate è appena il 15% dei giovani pazienti, oltretutto per brevi periodi: dopo un anno, solo un adolescente su sei infatti è ancora in trattamento.
Ansia del confronto, non sentirsi all’altezza delle aspettative del gruppo e fobia della mancanza di identità sono problemi che riguardano il 6,5% dei preadolescenti. Non mancano i disturbi del comportamento (1,2%) e la depressione che, secondo alcune stime, arriverebbe a colpire il 15% degli adolescenti.
Più esposte a questa patologia le ragazze, con il 60%, in particolare nei casi di disturbo emozionale dovuto alla convivenza con un solo genitore, avere una madre poco istruita o una famiglia con basso reddito.
Ma quello che più preoccupa è proprio la scarsità di diagnosi. Verrebbe diagnosticato meno del 30% dei casi di depressione, sottolinea Massimo Di Giannantonio, ordinario di Psichiatria all’Università di Chieti. Inoltre, i ragazzini in cui è stata riconosciuta una depressione, spesso non vengono curati in maniera corretta: è trattato in modo adeguato non più del 15% e, dopo un anno, solo uno su 6 è ancora in contatto con il medico.
Il malessere mentale fra i giovani è invece un problema da non trascurare: in molti casi, avvertono gli psichiatri, può portare al suicidio, che in Italia è la prima causa di morte fra i giovani. (Ogni anno nel nostro Paese, nella fascia d età fra 10 e 24 anni, i suicidi sono circa 400 e tentano di togliersi la vita 5 ragazzi ogni 100.000).
Il vero obiettivo è dunque intervenire con le cure più opportune con i ragazzi prima che sia tropo tardi: “Sono soprattutto la famiglia e la scuola che possono e devono accorgersi dei segnali di disagio dei giovani”, avverte Di Giannantonio . Purtroppo l’età che va dai 10 ai 18 anni, e che è tanto critica per l’insorgenza dei disturbi mentali, è una sorta di terra di nessuno perchè i neuropsichiatri infantili si occupano di solito di patologie della prima infanzia, mentre gli psichiatri prendono in carico i pazienti dopo i 18 anni”. Di fatto, afferma l’esperto, non esiste una psichiatria adolescenziale. Una circostanza che rende ancora più difficile prevenzione e trattamento dei disturbi mentali nei giovanissimi.