Finora la melatonina è stata utilizzata prevalentemente per curare i disturbi del sonno e quelli legati al jet lag, ma nuovi studi sembrano oggi dimostrare un’efficacia più ampia Di Anna Lisa Somma
La melatonina è un ormone secreto dall’epifisi (altrimenti nota come ghiandola pineale), posta alla base del cervello. Si è parlato di lei soprattutto qualche anno fa, quando fu inclusa nel trattamento del dottor Di Bella per la cura dei pazienti affetti da tumore. La produzione della melatonina avviene ogni giorno, verso sera, raggiungendo il culmine tra le 2 e le 4 del mattino. L’epifisi è stimolata a secernerla soprattutto in assenza di luce: l’organismo, di conseguenza, regola i ritmi di sonno e di veglia in accordo con l’alternarsi del giorno e della notte. L’ormone è presente soprattutto nei bambini e nei giovani; con il passare del tempo il corpo ne produce sempre meno, fin quasi ad interrompere la secrezione nella vecchiaia.
Melatonina: Utile contro il jet lag…
La melatonina è conosciuta soprattutto per la sua efficacia nel regolarizzare i ritmi e la qualità del sonno. Per questa ragione, è utilizzata e apprezzata dai viaggiatori che si trovano a dover contrastare gli effetti del jet leg, cioè quell’insieme di problemi legati al cambio di fuso orario (stanchezza, sonno irregolare, sonnolenza diurna…). Per combatterli, il giorno della partenza si assume la melatonina all’ora in cui si andrà a letto nel luogo meta del viaggio (ne bastano dai 2 ai 5 milligrammi), e si continua così per 3-4 giorni, il tempo necessario al corpo per riprendere i suoi ritmi. È preferibile scegliere la melatonina sintetica a lento rilascio, affinché durante la notte si mantenga nell’organismo una buona concentrazione della sostanza.
… ma non solo
Negli ultimi anni, gli studi in merito agli effetti della melatonina si sono moltiplicati, e ne sono stati condotti anche in Italia. Una ricerca del professor Bellipanni e del professor Pierpaoli, condotta su 72 donne tra i 42 e i 60 anni, pubblicata nel 2001 su “Experimental Gerontology”, ha evidenziato che l’assunzione di 3 mg di melatonina al giorno per sei mesi riesce a contrastare alcuni effetti negativi della menopausa. Ma i risultati positivi non si fermano qui: questo ormone sembra anche ridurre la pressione arteriosa in soggetti ipertesi e, più in generale, aiutare il cuore, come dimostra uno studio pubblicato nel 2006 dall’American Journal of Cardiology”, secondo il quale chi assume regolarmente melatonina presenterebbe una minore incidenza di problemi cardiovascolari. Inoltre, la melatonina darebbe un valido contributo anche nel trattamento dell’alopecia (cioè la perdita dei capelli).
Melatonina contro depressione
Si è notato da tempo che, nei soggetti depressi, l’epifisi sembra produrre meno melatonina: per questo motivo i loro sonni sarebbero più disturbati e qualitativamente meno soddisfacenti. Grazie all’assunzione di melatonina, è possibile riportare alla normalità i ritmi attività-riposo, riducendo così i fattori di stress che incidono profondamente nella vita del paziente e sul decorso della sua depressione.
Pochi effetti collaterali
Le melatonina, oltre che secreta dal corpo, può esser ricavata da sostanze naturali quali il cacao o prodotta in laboratorio. Facilmente reperibile, è una delle sostanze più utilizzate nel mondo a scopo terapeutico ed è comunemente ritenuta un integratore. Anche se per ora non sono state registrate serie controindicazioni, la melatonina può comunque dare dei lievi effetti collaterali, quali nausea, vertigini, emicrania, senso di stanchezza e di sonnolenza al mattino. L’assunzione di questo ormone è sconsigliata a chi è affetto da sclerosi multipla e da altre malattie autoimmuni. Deve prestare particolare attenzione a prenderlo chi assume antipertensivi e chi soffre di problemi neurologici o depressione, anche perché può avere controindicazioni in concomitanza con antidepressivi del tipo SSRI. In ogni caso, prima di assumere melatonina, è sempre bene chiedere il parere del proprio medico.