In un futuro prossimo un semplice esame del sangue potrebbe essere sufficiente a diagnosticare eventuali riacutizzazioni in pazienti affetti da rettocolite ulcerosa o morbo di Crohn sottoposti a trattamento chirurgico, riducendo il ricorso a esami più invasivi, come la colonscopia. Queste le prospettive aperte dalla ricerca – guidata dal Dipartimento di Chirurgia dell’Ospedale Maggiore Policlinico di Milano – sulle ripercussioni a livello generale dell’aumentato metabolismo intestinale di una particolare proteina (PIIIP) prodotta da alcune cellule sottoposte a un particolare stimolo infiammatorio. Lo studio, pubblicato su BioMed Central Gastroenterology – ha dimostrato che l’aumentato metabolismo del PIIIP si riflette anche a livello sistemico, a prescindere dalla tipologia dell’infiammazione (morbo di Crohn o rettocolite ulcerosa), dalla durata della patologia, dal sesso del paziente o dal tipo di terapia farmacologica. Questo significa che è possibile diagnosticare la fase acuta della malattia infiammatoria cronica intestinale semplicemente monitorando i valori di PIIIP presenti nel sangue perifericoi.