Cause insonniaSecondo i medici, l’insonne non è la persona che dorme poco (abbiamo visto che la quantità delle ore dormite è importante fino a un certo punto), ma quella che dorme male. Quella cioè che non riesce a completare i famosi cinque cicli di sonno per notte.

Le cause dell’insonnia sono numerosissime e spesso si sommano le une alle altre rendendo difficile risolvere il problema in maniera semplice. Chi soffre cronicamente di insonnia farebbe bene, così, ad affidarsi al medico, rivolgendosi magari a uno dei tanti “Centri del sonno” istituiti in numerosi policlinici e università italiani ( i principali sono a Milano, Genova, Bologna, Parma, Roma, Bari, Palermo).

Nella maggior parte dei casi l’insonnia ha radici psichiche, ma può essere determinata anche da alcune malattie o dal consumo di alcuni medicinali. E a proposito di medicinali: tutti i medici sconsigliano decisamente l’uso continuo di farmaci per indurre il sonno. Al massimo, in casi particolari, questi possono essere presi per una-due settimane di seguito. Da evitare, invece il ricorso ad essi in maniera continua per periodi prolungati.

Insonnia: Cause

Chi dorme male e perché

Ecco alcuni dati epidemiologici sull’insonnia.

Soffre d’insonnia circa il 13 per cento degli italiani. La percentuale sale al 19 per cento considerando soltanto le persone al di sopra dei vent’anni.

Soffrono d’insonnia più le donne degli uomini: il 16 per cento contro il 10 per cento. Dopo i 45 anni questo divario aumenta ulteriormente: le donne ultraquarantacinquenni soffrono di insonnia in circa il 4050 per cento dei casi. Soffrono maggiormente di insonnia le casalinghe; meno, le impiegate. In generale (uomini e donne), le categorie professionali maggiormente colpite dall’insonnia sono quelle dei turnisti e del personale di bordo degli aerei.

Le malattie collegate all’insonnia sono asma, ulcera peptica, malattie della tiroide, cardiopatie, malattie psichiche.

Un tipo di insonnia particolarmente fastidiosa è quello detto delle “gambe senza riposo”. Il disturbo consiste in una sensazione fastidiosa che colpisce le gambe e che obbliga la persona interessata a muovere nel letto le gambe, quasi senza sosta.

Dopo che questa prende sonno, si possono verificare piccole scosse muscolari alle gambe. Questa sindrome è accompagnata spesso da una sensazione di eccitabilità e di ansia al momento di coricarsi. Non è un disturbo temporaneo: molto spesso si tratta di una vera e propria malattia, trasmessa ereditariamente ma può comparire anche in seguito a malattie nervose. Si ritiene che oggi colpisca fra il 2 e il 4 per cento della popolazione.

Insonnia: La storia di chi dorme

I sofferenti di insonnia possono esser veri o immaginari. Non tutti, infatti, hanno bisogno delle stesse ore di sonno per vivere bene. Alcuni personaggi storici dormivano pochissimo, come il cardinale Richelieu (4 ore), Winston Churchill (4 ore), Thomas Alva Edison (3 ore), Napoleone (3 ore e mezza). Altri, invece, dormivano come ghiri, come lo statista francese Talleyrand (10 ore) o Albert Einstein (un record di 12 ore per notte).

Prima di affliggervi perché dormite poco, cercate così di stabilire il vostro reale fabbisogno di riposo notturno, facendovi eventualmente aiutare da un medico.

Cercate inoltre di capire se appartenete alla categoria dei “gufi” o delle “allodole”, con cui i medici dell’università di Bologna (dove esiste uno dei migliori centri del sonno in Italia) hanno diviso le persone, a seconda dei ritmi sonno-veglia. “Gufi ‘ sono coloro che non riescono ad andare a dormire se non a notte alta e amano svegliarsi tardi; “allodole”, invece, sono quanti amano andare a letto presto e svegliarsi all’alba o quasi.

Una volta che avrete determinato in quale categoria rientrate, cercate di orientare le attività della giornata in modo da assecondare questo ritmo. La tradizione vuole che le ore migliori per dormire siano quelle precedenti la mezzanotte: una ricerca compiuta recentemente alla prestigiosa università californiana di Stanford mostra però tutto il contrario. Il sonno più ristoratore — secondo questa ricerca — è infatti quello delle ore immediatamente precedenti l’ora abituale del risveglio, quando la temperatura del corpo è più bassa. In altri termini, per chi dorme di solito dalle 23 alle 6 è meglio rimanere sveglio fino alle 2 di notte e alzarsi normalmente alle 6 che andare a dormire alle 5 di mattina e svegliarsi alle 9. Pur trattandosi, in entrambi i casi, sempre di 4 ore di sonno, nel primo caso questo avviene quando la temperatura del corpo è più bassa (cioè prima del risveglio abituale); nel secondo quando il corpo ha già riportato la temperatura ai valori normali. Altrettanto sbagliato, secondo la ricerca americana, è andare a letto troppo presto per svegliarsi prima dell’orario abituale, perdendo così il sonno migliore.

I rimedi contro l’insonnia

Non andate a dormire subito dopo mangiato. Possibilmente fate una passeggiata prima di coricarvi. Non arrovellatevi con pensieri e preoccupazioni che non possono essere risolti prima dell’indomani. Il vecchio detto “la notte porta consiglio” è vero.  Cercate di evitare i sonnellini pomeridiani.

Prima di coricarvi, allentate l’eventuale stress della giornata con momenti di relax, evitando letture impegnative e la visione di spettacoli ad elevato contenuto emotivo.

Consumate pasti leggeri in serata, evitando caffè, tè e bevande contenenti cola. Bere alcool per dormire è controproducente; in dosi eccessive favorisce addirittura l’insonnia.

Usate un materasso rigido e un cuscino basso.  Aerate la stanza prima di andare a dormire e mantenetela a una temperatura inferiore ai 20 gradi.  Per proteggervi dal freddo è meglio usare un piumino d’oca. Umidificate bene la stanza con un apposito umidificatore o ponendo asciugamani bagnati sopra i termosifoni. Mettete il letto in posizione nord-sud, con la testa verso il nord.  Allontanate i rumori.

Cercate di fare a meno di farmaci che inducono al sonno. Alla lunga creano dipendenza e non risolvono la situazione, perché non la combattono all’origine. Se non vi riesce di dormire, è inutile rigirarsi nel letto innervosendovi. Alzatevi e fate qualcosa: leggete o impegnatevi in qualche piccolo lavoretto di casa.

Per i patiti delle erbe ci sono anche i “cuscini della buona notte” che nell’imbottitura hanno potpourri antinsonnia. Per chi non li trovasse in commercio, ecco una ricetta. Confezionate dei sacchettini rettangolari (10 x 15 cm) in tessuto leggero, chiusi da un lato con una cerniera, riempiteli con le erbe indicate e inseriteli nelle federe dei cuscini. Cuscino al tiglio: 200 g di tiglio (alburno, fiori e foglie); 20 g di fiori d’arancio; 50 g di fiori di camomilla romana; 50 g di fiori di papavero rosso; 20 g di radice di valeriana a pezzetti; una goccia di olio (oppure estratto o essenza) di tiglio. E… sogni d’oro!