In condizioni normali, la vagina già ospita al suo interno certi microrganismi non patogeni (innocui, non causanti infezione) o solo potenzialmente patogeni ma normalmente non attivi in tal senso. Vediamo quali sono questi germi che colonizzano la mucosa vaginale costituendo la normale “flora” microbica:

  • Lactobacillus acidophilus, comunemente detto lattobacillo, batterio molto importante nel regolare il grado di acidità vaginale (normalmente il pH è intorno a 4.0) nonché l’entità della restante flora microbica;
  • Difteroidi, anch’essi batteri;
  • Staphylococcus epidermidis;
  • Streptococchi di varie specie;
  • Escherichia coli (tipico batterio a provenienza intestinale);
  • Vari batteri anaerobi;
  • Candida albicans, un fungo (o meglio un lievito) presente nella vagina del 25% delle donne asintomatiche

La salute vaginale dipende dall’equilibrio fisiologico tra tutti i microrganismi presenti. L’ambiente piuttosto acido con pH = 4 è il risultato di tale buon equilibrio e previene l’eccesso di crescita di germi patogeni.

Quando i patogeni intervengono in quantità elevata o quando intercorrono malattie (diabete, malattie generali debilitanti) o terapie (antibiotici, immunosoppressori) che alterano l’equilibrio dell’ambiente vaginale insorge un’infezione sostenuta da uno o più agenti.

Le infezioni vaginali sono molto diffuse; su tre donne che ricorrono al ginecologo una lo fa a causa di una vaginite. La candida è una dei problemi più comuni e in effetti si tratta di un’infezione “dura a morire”. Per questo è bene applicare non una cura “standard”, ma personalizzata, anche a seconda dei fattori predispondenti in gioco .

In generale, si utilizzano sostanze antimicotiche da applicare localmente come quelle che le sono state prescritte a base di derivati imidazolici o nistatina, accompagnati da un farmaco per bocca destinato alla flora intestinale. Anche il partner è invitato a curarsi se si accendono le spie dell’infezione o se la donna ha subito più ricadute. Stop ai rapporti durante la settimana di cura e semaforo verde al preservativo per un certo periodo. Per i casi più resistenti, il ginecologo stabilisce un programma di mantenimento che si snoda nell’arco di 3-6 mesi.

E’ utile inoltre adottare qualche buona abitudine: limitare l’uso di salvaslip e collant, usare biancheria intima di cotone, scegliere bene il proprio detergente intimo (in commercio ne esistono specifici per prevenire la Candida, a base di piante amiche), ridurre il consumo di zuccheri semplici, di cui la Candida è ghiotta, e di cibi ricchi di lievito (pane, pizza, focacce, birra). E’ provato infine che l’assunzione quotidiana di yogurt contenente lattobacilli vivi (non quelli alla frutta contenti zucchero) aiuta a prevenire l’infezione da candida.

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