Un’intima relazione unisce il corpo alla mente. Per una donna, il carattere sessuale più evidente nel corpo è il seno, che porta con sé una serie di implicazioni psicologiche profonde e arcaiche.
Il seno inoltre è concepito come organo simbolico e metaforico con significati anche diversi, che vanno dall’accoglienza, al nutrimento, all’affetto, al calore materno, alla sessualità, alla bellezza, all’arte, fattori tutti che condizionano la donna a livello culturale e morale. Il seno si “porta”, quasi come un taglio di capelli, un look, una moda.
Ecco che nei secoli il seno è voluto inizialmente grande, anche esageratamente grande, come notiamo nelle arcaiche Veneri preistoriche, che oggi vedremmo addirittura dismorfiche, con la loro taglia ottava di seno! Ma la simbologia che si cela dietro è chiara: col seno florido si inneggia all’abbondanza, alla fertilità, alla ricchezza, in altre parole.
Poi con il passare del tempo la moda lo vuole piccolo, accompagnato da forme piuttosto rotonde e generose dei fianchi, celato o svelato, ma pur sempre evidente, anche nella più oscurantista cultura cristiana, che non esita a ritrarre Madonne discinte o intente ad allattare.
Oggi, assistiamo a fenomeni curiosi, quasi paradossali. La magrezza ostentata nelle passerelle (che un tempo sarebbe stata assimilata a povertà!) è immagine di una donna forte (o estremamente fragile?), eppure il suo seno è grosso rispetto al fisico minuto, ma chiaramente nulla ha a che vedere con il concetto di nutrimento! Il seno abbondante oggi è considerato bello (anche se l’eccesso di una decina d’anni fa è stato aborrito), ma ha perso il senso simbologico di madre-nutrice, almeno dichiaratamente. Tanto che la donna che allatta al seno si trova spesso a vivere in conflitto fra di loro il ruolo di donna e quello di mamma, e subisce pressioni per distogliersi dal coinvolgimento con il figlio e tornare al più presto come “prima”.
Dove il seno viene visto come oggetto sessuale, paradossalmente darlo ad un bambino appare come un uso improprio. La madre che allatta il suo bambino deve farlo in un mondo che vede il seno come oggetto sessuale, un paradosso a livello fisiologico, praticamente, considerata la reale funzione delle mammelle!
Ma perché proprio il seno femminile è da sempre oggetto di attenzione e di attrazione da parte degli uomini?
Interessanti sono alcuni dati di uno studio psicologico apparso tempo fa sul periodico Class. Quando si tratta di analizzare cosa in un uomo attira di più lo sguardo vincono le forme che esaltano la femminilità: quindi seno e glutei. La spiegazione è da ricercare nel profondo ed è stata studiata dagli antropologi e dagli psicologi più che da esperti di costume. Le ragioni della predilezione maschile per un bel seno prosperoso sono da ricercare nella rassicurazione che esso dà. Inconsciamente, nonostante oggi il modello di bellezza femminile proposto sia quello della donna giovane, che non ha ancora partorito, il messaggio trasmesso implicitamente dal seno c’entra fortemente con la capacità di procreare e allattare e sulla facoltà femminile di dare e far crescere la vita. Lo stesso vale per i fianchi generosi. Così il 41% degli intervistati e’ ‘fedele’ alle classiche misure 90-60-90, il 12% preferisce un seno piccolo, e il 3% fianchi importanti. Per il 35% degli uomini, la compagna ideale dovrebbe avere forme prorompenti.
Il seno è seguito dai glutei, apprezzati dal 23% se sono ”tondi e sodi”, e dalle gambe, amate se sono lunghe e flessuose (16%). A concentrarsi sul viso di una donna e’ solo il 12% degli uomini, mentre un 8% è attratto dal giro vita.Perché la chirurgia estetica del seno rientra tra le maggiori richieste delle donne nel campo della bellezza?
Il forte inscindibile legame che unisce corpo e psiche è maggiormente evidente nel rapporto che ciascuno ha con le zone del fisico che più richiamano la propria identità di genere (seno, fianchi, tratti del viso). Infatti, la paziente dopo la chirurgia estetica del seno si vede e si sente diversa, migliore o più giovane, e rafforza inconsciamente la propria autostima e la fiducia in se stessa. Sia gli uomini che le donne sempre più spesso ricorrono agli interventi chirurgici estetici per un legittimo desiderio di migliorare la propria immagine e di stare meglio con se stessi.
La chirurgia estetica del seno è stata concepita per ingrandire il seno con un aumento di volume, rassodare il seno, renderlo più giovane, di dimensioni proporzionate, senza imperfezioni come smagliature e rilassamenti…in altre parole: per creare un seno perfetto, bello ed esteticamente naturale.
La primaria importanza psicologica che riveste il seno è sottolineata poi da quanto incidano nella psiche tutti gli interventi che lo riguardano. Pratiche per eliminare il carcinoma mammario, come la mastectomia, insieme alla mammella, portano via anche la positività della propria immagine. La donna mastectomizzata si sente donna a metà, senza l’attributo esterno che per eccellenza la rende femmina. Ecco dunque l’enorme attenzione che la chirurgia plastica ricostruttiva pone nel rimodellare il seno dopo l’asportazione chirurgica. Le tecniche di ricostruzione del seno sono sempre più affinate e restituiscono un equilibrio tra la percezione del proprio Io corporeo e la personale concezione di normalità.
Qual è la misura del seno ideale?
Taglia da maggiorata o seno piccolo, da coppa di champagne? Questione amletica risolta recentemente da un’indagine svolta su un campione di donne. Pare infatti che la misura preferita per non sembrare volgari né piatte sia una terza.
In genere però le misure del seno preferite cambiano a seconda dell’ambiente frequentato. Se per e fotomodelle è sufficiente una prima o seconda misura di seno, per le modelle si arriva fino alla terza. Seno più grande per le top e le primedonne tv, che prediligono misure intorno alla quarta.
La formula matematica del seno perfetto
Ebbene sì, pare che anche l’armonia del seno possa essere razionalizzata in numeri. Una mammella esteticamente armonica si paragona a un cono ideale posto sopra il piano orizzontale che passa attraverso il solco mammario, il diametro orizzontale della base è simile o leggermente inferiore a quello verticale; la proiezione postero-anteriore misura circa metà del diametro verticale della base; la distanza tra bordo inferiore ghiandolare e capezzolo è 6/7 cm, dal capezzolo al bordo mammario superiore circa 9/10,5. Ha volume di circa 250-300cm cubici.
Il seno grosso non piace più
Così pare (contrariamente a quanto sembrano costantemente confermare gli uomini): il seno abbondante è in realtà un impiccio, più che un vanto. E anche se la mastoplastica additiva resta sempre nella top delle richieste in chirurgia estetica, è crescente il numero di donne che vogliono ridurre il seno (mastoplastica riduttiva) oppure risollevarlo con un lifting (mastopessi).Dieci anni fa, sei pazienti su dieci volevano una terza o più. Oggi sono una su quattro. Viceversa due su tre chiedono una seconda rispetto al quaranta per cento di allora.Perché le donne oggi allattano meno?
Secondo La Leche League (la lega del latte) sono molteplici i fattori che scoraggiano l’allattamento al seno, a partire da una modificazione culturale-sociale che impone come “normale” la pratica del biberon. Per la neo madre, uno dei fattori che scoraggia l’allattamento al seno è un conflitto di ruoli. Il modello di bellezza femminile che oggi viene proposto è quello della donna giovane, che non ha ancora partorito. Il ruolo accettato di sessualità è quello espresso nel rapporto con il proprio partner. Ma la sessualità femminile è anche mestruazioni, gravidanza, parto ed allattamento, tutti mediati dallo stesso insieme di ormoni, in equilibrio diverso fra di loro. La donna che oggi nella nostra società occidentale vuole allattare al seno, si trova sottoposta a molte pressioni e conflitti di carattere psicologico. Vive una contraddizione fra il ruolo di donna e quello di mamma, che nel proprio ambiente sono visti come competitivi fra loro; si trova a muoversi “controcorrente”, seguendo con il bambino un approccio che si discosta notevolmente dai modelli culturali proposti; la capacità di autoregolazione del neonato, e la competenza materna nel comprendere e rispondere in modo appropriato ai suoi bisogni, vengono continuamente messe in dubbio. Si insinua poi paradossalmente che lo stress e l’insicurezza, generati da questo stato di cose, siano invece una conseguenza negativa dell’allattamento al seno.Eppure, tutti gli organi maggiori della sanità condividono la positività dell’attaccare al seno il bimbo, anche proseguendo l’allattamento ben oltre l’anno. I riscontri positivi non sono solo dal punto di vista della salute psicofisica del figlio (che risulterebbe addirittura avvantaggiato intellettualmente rispetto ai coetanei allattati col biberon!), ma anche per la madre stessa. Infatti, allattare apporta benefici al tessuto mammario, fino ad allontanare di gran lunga il rischio di sviluppare tumore al seno.