Sembra in parte dare ragione all’oracolo delle lune e degli oroscopi l’indagine condotta dall’università di Vienna su 3000 donne e pubblicata sulla rivista Human Reproduction, lavoro coordinato da Susanne Huber. Le donne nate nei mesi caldi hanno meno figli di quelle nate in altri periodi dell’anno. Le conclusioni del lavoro sono in accordo con altri risultati ottenuti considerando dati relativi a donne di epoche passate. Secondo l’esperta è sorprendente pensare che, nonostante oggi siano disponibili numerose pratiche di contraccezione, sia rimasta invariata questa correlazione, che non ha tra l’altro ancora una spiegazione scientifica certa alla base.

Giugno, luglio e agosto sarebbero quindi i mesi di nascita associati al minor numero di figli, fatto emerso in base ai dati estrapolati da un censimento svolto su donne nate dopo il 1945 in Austria.

In un confronto tra i mesi di luglio e dicembre è emerso che le mamme che compiono gli anni in luglio hanno il 30% di bambini in meno per donna rispetto alle nate in dicembre. Inoltre le mamme nate in luglio hanno un numero di bambini per donna inferiore rispetto alla media generale delle nascite, stimata in 2,24 figli per donna.
Ad infittire il mistero, secondo la ricercatrice, ci sono studi condotti in precedenza sugli uomini, dai quali è emerso che i maschi nati in primavera hanno più figli rispetto a quelli venuti al mondo in autunno. Vale a dire che uomini e donne non solo risentirebbero della stagione di nascita per la numerosità della propria prole, ma sceglierebbero anche stagioni diverse per sfoggiare le migliori performance riproduttive. Una possibile spiegazione, secondo la ricercatrice, potrebbe essere nel fatto che la situazione ambientale e, più precisamente la temperatura esterna, nelle ultime fasi di gravidanza o nel periodo prenatale possa influenzare lo sviluppo e, con esso, la capacità riproduttiva futura dell’individuo.