Depressione dopo somministrazione di Finasteride per alopecia androgenetica
I Ricercatori del Dipartimento di Dermatologia dell’Università di Milano hanno riportato il caso di 19 pazienti ( 14 maschi, 5 femmine di età media 28,16 anni) che hanno sviluppato un disturbo dell’umore ( depressione moderata-grave ) nel corso dell’assunzione di Finasteride ( Propecia ) 1mg/die per os, per il trattamento dell’ alopecia androgenetica (tipo III-IV della scala di Hamilton, tipo I-II della scala Ludwig).
La depressione , in alcuni casi associata ad un marcato stato d’ansia , si è sviluppata dopo 9-19 settimane di trattamento con Finasteride e si è risolta dopo sospensione del farmaco. In 2 pazienti, che hanno riassunto la Finasteride , la depressione si è sviluppata entro 2 settimane.
Cos’è l’alopecia?
Sono esaminate le varie possibili cause connesse con la caduta parziale o totale dei capelli (alopecia o calvizie). In particolare è descritta anche la caduta del pigmento melanico (canizie). Entrambi i fenomeni si possono rilevare in soggetti anziani ma l’alopecia (e talora anche l’incanutimento dei capelli) si osservano comunemente anche in soggetti adulti.
La caduta dei capelli – Le alopecie
La caduta di capelli è un fenomeno diffuso, specie nel sesso maschile. Lo studio del fenomeno e la ricerca continua di rimedi contro l’ alopecia androgenetica trova giustificazione non tanto sul piano clinico (quasi mai l’alopecia è patologica) quanto sul piano estetico e psicologico.
Sin dagli inizi della civiltà l’uomo ha continuamente cercato la soluzione del problema, problema che rimane ancor oggi pressoché insoluto: unico modesto successo è stato quello della scoperta di un farmaco antiipertensivo, il Minoxidil che, quale effetto collaterale – anche per applicazione topica – provoca irsutismo e quindi l’apparizione di nuovi capelli; ma resta il fatto che il fenomeno si manifesta solo dopo un uso prolungato (e non sempre) e che cessa al cessare dell’uso del farmaco. La osservazione della pelle ha consentito di stendere una classificazione dei vari tipi di alopecia, classificazione non definitiva e spesso contestata. Anzitutto le alopecie sono distinte tra forme circoscritte, a chiazze e forme diffuse, ognuna delle quali può essere fatta rientrare o in una manifestazione acuta o in una cronica. Le alopecie si distinguono inoltre in cicatriziali e non cicatriziali.
Sono dette cicatriziali quando sono conseguenti alla distruzione dei follicoli piliferi (ad es. a seguito di malattie o di applicazioni radioattive o di infestazioni fungine, sino a cause tumorali).Le alopecie non cicatriziali non sono conseguenti a distruzione dei follicoli. Sono ovviamente le più frequenti e fra di esse prevale l’alopecia androgenetica. A questo gruppo appartiene l’alopecia infantile; nei bambini i primi capelli sono di solito rimpiazzati da capelli definitivi. Talvolta ciò non avviene per varie cause (trauma ostetrico alla nascita, sfregamento della nuca sul cuscino, ecc.) La più diffusa è la cosiddetta alopecia triangolare, così chiamata perché si forma nella zona temporale una chiazza triangolare ove i capelli sono radi o assenti. Può essere unilaterale o bilaterale. I follicoli risultano di ridotte dimensioni, di numero scarso e producono al massimo lanugine. Questa alopecia rimane per tutta la vita. Altri tipi di alopecia infantile sono la alopecia del vertice e quella conseguente ad una aplasia del cuoio capelluto, conseguente ad una incompleta formazione della cute, quasi una cicatrice che resta glabra. In caso di crosta lattea intensa può infine verificarsi l’alopecia diffusa. L’ alopecia androgenetica comune, è un fatto fisiologico che interessa molti uomini e talora anche le donne. Alla fonte dell’ alopecia androgenetica sono fattori genetici e l’attività ormonale androgena. La predisposizione genetica è confermata dal fatto che persone di popolazione bianca sono più colpite rispetto a quelle negroidi o mongoloidi. Circa l’influenza ormonale, è stata ampiamente confermata l’azione determinante degli androgeni la quale si esplica a livello dei recettori follicolari geneticamente predisposti. Ciò spiega perché il termine alopecia seborroica è stato sostituito da quello più preciso di alopecia androgenetica. In sostanza fattori genetici e ormoni androgeni combinati determinano l’ alopecia androgenetica.
C’è chi ha voluto ricercare le cause dell’alopecia in altri fattori quali gli stress fisici e psichici, l’alimentazione, l’inquinamento e lo smog, l’uso smodato di shampoo e di trattamenti estetici, l’incidenza della flora microbica residente ecc. Si è però potuto constatare che tutti questi fattori non sono determinanti o fondamentali nell’alopecia. Il processo decalvante è clinicamente osservabile in quanto si nota come i capelli definitivi vengono progressivamente sostituiti da capelli via via più fini, fino alla loro definitiva scomparsa. La caduta dei capelli avviene per lo più in modo caratteristico; sono più resistenti i capelli dei margini laterali e dorsali mentre cadono prima quelli delle zone centrali del cuoio capelluto. La stempiatura (caduta bilaterale dei capelli) è seguita, nell’uomo, dalla chierica (calvizie del vertice). Spesso anche una recessione frontale si aggiunge alle zone calve determinando la calvizie frontovertice. Esiste anche una alopecia di tipo femminile che interessa soprattutto la zona della fronte e del vertice. La calvizie dell’adulto è stata classificata da Hamilton in otto tipi diversi. I più importanti restano la alopecia diffusa, l’alopecia aerata, l’alopecia congenita e quella ereditaria. Si parla di alopecia diffusa, quando i capelli che cadono giornalmente superano il centinaio. Il fenomeno può verificarsi in un lasso di tempo più o meno lungo o anche brevissimo. È nota l’alopecia post-febbrile (tifo e tubercolosi erano un tempo le cause classiche). Attualmente è considerata del tutto temporanea e reversibile. Si conosce l’alopecia della partoriente, anch’essa però reversibile nell’arco di qualche tempo. È citata dai clinici l’alopecia iatrogena, provocata da certi farmaci, così pure quella professionale causata dal contatto con sostanze chimiche particolari. I clinici segnalano come sempre più frequente l’alopecia diffusa da stress anche se non è ben dimostrabile una correlazione tra i due fatti.
In contrasto con l’alopecia diffusa è il fenomeno della alopecia aerata, cosiddetta in quanto appare a chiazze più o meno rotondeggianti e di varia dimensione. In genere si osserva un’unica area calva circoscritta. Di norma ai bordi della chiazza si osservano capelli spezzati, detti «a punto esclamativo». L’andamento di questa alopecia può essere benigno, nel senso che l’area si rinfoltisce entro qualche mese oppure può peggiorare con l’apparizione di nuove aree calve e trasformarsi in una alopecia diffusa con calvizie estesa alle varie zone. Si addebita l’alopecia aerata a varie cause: da quelle genetiche a quelle di dermatiti atopiche ed a fatti emotivi.
Talora all’alopecia diffusa o aerata si accompagna la caduta anche di ciglia e sopracciglia e non è infrequente l’interessamento delle unghie che assumono aspetto distrofico. In questi casi è il generale processo di cheratinizzazione dell’individuo che viene ad essere alterato. Molto complesse e di difficile diagnosi sono infine le alopecie definite congenite o ereditarie. Per poterle distinguere dalle comuni alopecie sono necessari esami istologici ed approfondimenti genetici non sempre agevoli. Una scarsità di produzione pilifera può anche essere connessa ad anomalie endocrine e in tal caso la causa può essere appropriatamente rimossa. Quando però l’ipotricosi è veramente ereditaria o congenita ogni trattamento è destinato a fallire.