Quando si sceglie di sottoporsi alla rinoplastica, in genere non si prevede un rimodellamento generale della propria immagine, ma si desidera soprattutto eliminare un difetto che incide molto sulla stima di sé e l’amor proprio. Il ritocco del naso comunque non è un intervento che l’osservatore coglie immediatamente: le domande più ricorrenti a chi ha fatto la rinoplastica sono di ordine generico: “hai cambiato taglio di capelli, trucco?”. Questo perchè una splendida conseguenza è che organi comunicativi come naso e bocca vengono immediatamente messi in primo piano e viene distolta l’attenzione dell’interlocutore da un naso che prima rubava la scena balzando agli occhi per i suoi difetti.

In due parole, il naso deve scomparire, o meglio, fondersi senza essere particolarmente notato nel contesto del viso. I difetti del viso, e del naso in particolare, balzano immediatamente agli occhi e purtroppo è molto difficile dissimularli con la strategia del trucco o dell’acconciatura. L’obiettivo della chirurgia estetica al naso è dunque la proporzione dei tre piani che compongono il viso, e cioè la zona degli occhi e della fronte (primo terzo), la zona mediana del naso e delle guance (secondo terzo), la zona della bocca e del mento (ultimo terzo). La rinoplastica è uno splendido intervento che ha, dalla sua, il vantaggio di essere permanente negli anni, perché la parte non è fortemente coinvolta dall’invecchiamento e dal cedimento. Per questo motivo deve essere ponderata a lungo dal paziente e dal chirurgo, che dovrà intervenire nel massimo rispetto dei tratti caratteristici del viso.

I casi di successo della rinoplastica sono innumerevoli, e molti pazienti, dopo questo intervento, acquistano fiducia nella propria immagine, innescando un circolo virtuoso di restyling: cambiano pettinatura, modo di vestire, magari si mettono a dieta…a tutto beneficio dell’atteggiamento positivo nei confronti della vita!