L’intervento di rinoplastica, tra i più richiesti ai chirurghi estetici, è caratterizzato da una particolare complessità: è necessario non solo articolare tra loro tante strutture diverse, ma anche raggiungere una perfetta integrazione tra estetica e funzionalità. Perché sia eseguito in modo corretto è indispensabile seguire alcune regole fondamentali. Vediamo quali sono.
Pre-operatorio della rinoplastica
«Estremamente importante, innanzitutto, è la chiarezza di comunicazione tra il paziente (che esprime quelli che sono i propri desideri) e il medico (che deve interpretarli)», osserva il professor Carlo Alberto Pallaoro, specialista in chirurgia plastica a Padova. «Lo si può fare in un solo modo: seduti insieme davanti ad un computer esaminando, passo dopo passo, il frontale e il profilo del paziente fino a definire l’obiettivo che si desidera perseguire in sala operatoria. Non solo: perché questo possa essere definito un vero “consenso informato” – contrariamente a quanto molti sostengono – è indispensabile che l’immagine rimanga in mano al paziente, al quale deve essere lasciato tempo sufficiente per valutarla con calma, al di là delle emozioni della prima visita, ed eventualmente riparlarne con il chirurgo. Una comunicazione adeguata e “trasparente” tra medico e paziente comporta già di per sé un aumento delle possibilità di successo dell’intervento stesso».
Altra norma fondamentale del pre-operatorio – oltre, naturalmente, a esami completi e visita anestesiologica – è l’esecuzione di una tac: «consente di esaminare tutti i rapporti tra le varie strutture del naso per verificare la presenza di problematiche respiratorie (di cui soffre circa l’80% della popolazione!)», spiega il chirurgo. «puntare solo sull’estetica trascurando la funzionalità sarebbe un errore gravissimo, tanto più perché, rimpicciolendo il naso, eventuali disfunzioni o alterazioni anatomiche risulterebbero ancor più evidenti».
Operatorio.
A questo punto, l’obiettivo è realizzare nel modo migliore possibile il progetto che ci si è preposti: «la rinoplastica globale offre tre metodiche estremamente affidabili da questo punto di vista: l’intervento di rinoplastica aperta, la rinoplastica strutturale e la turbinoplastica inferiore modificata», puntualizza il professor Pallaoro. «Le prime due mirano a modificare e rafforzare la struttura scheletrica del naso, mentre la terza, che io stesso ho messo a punto, ripristina la respirazione nel migliore dei modi, modificando sia nella forma sia nel volume i turbinati inferiori (piccole strutture fondamentali per la corretta respirazione), in modo da adattarli e proporzionarli alle altre parti anatomiche interne.
Post-operatorio della rinoplastica.
«Personalmente, sono solito suddividere la guarigione in 3 parti», commenta l’esperto. «una “prima guarigione” si ha dopo una settimana, quando vengono tolti i cerottini: il paziente può già apprezzare i primi risultati, anche se è ancora presente un po’ di gonfiore. La “seconda guarigione” avviene dopo un mese, quando il naso è ormai solidificato e ha raggiunto circa il 90% sia del risultato estetico sia di quello funzionale. La guarigione definitiva, invece, richiederà dagli 8 ai 12 mesi: un processo che riguarda il ripristino biologico interno.
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