Troppe carenze sulla tavola degli italiani

Si mangia meno pasta e si beve poco latte, ma al Nord piace sempre più l’olio d’oliva. Frutta, verdura, legumi e cereali (e quindi le fibre) in media non bastano, come pure il pesce. Ma, soprattutto, nel menù degli italiani scarseggiano calcio, vitamina D e omega 3. Questi alcuni dei dati emersi da un monitoraggio semestrale delle abitudini alimentari di 8.000 italiani dai 3 anni in su, coinvolti nel primo screening nazionale sulla nutrizione dell’«Osservatorio Nutrizionale Grana Padano», condotto in collaborazione con i medici di famiglia della Simg (Società italiana di medicina generale) e i pediatri di famiglia (Fimp).

Iodio alimenti

La particella di sodio rimasta praticamente sola ispira simpatia, si legge ovunque che una corretta dieta deve essere praticamente senza sale, si sceglie con fiducia il prodotto “povero di sodio”. Ma è proprio giusto demonizzare il sale? Se si tratta solamente di sale, pare di sì, ma se “iodato”, diventa un valido alleato della salute. Ecco i risultati della campagna realizzata dalla Regione del Veneto e il disegno di legge promosso dal Ministero della Salute.

La carenza di iodio è responsabile di alcune patologie della tiroide. Lo iodio è, infatti, un elemento indispensabile per la sintesi degli ormoni tiroidei, senza la tiroide si adatta riducendo l’eliminazione urinaria e aumentando visibilmente il suo volume, creando la condizione clinica nota come “gozzo”. Una carenza di iodio prolungata nel tempo può portare all’ipotiroidismo che, durante la fase di crescita dell’individuo, è responsabile di alcuni problemi neurologici, fino al cretinismo (condizione patologica).

DOVE TROVARE LO IODIO?

Lo iodio è presente nei prodotti della pesca e, in misura inferiore, nelle uova e nella carne, ma la quantità assunta con gli alimenti non è sufficiente a garantirne l’apporto giornaliero raccomandato, che è di 150mg. Perciò ad essere a rischio di sviluppare una delle patologie tiroidee sarebbe la maggior parte della popolazione, a meno che non si scelga l’integrazione di iodio assumendolo in qualche altro modo. Il fabbisogno di iodio, inoltre, è particolarmente elevato per le donne in gravidanza e per i bambini. La soluzione più semplice per colmare la carenza di assunzione di iodio è dunque usare sale arricchito di iodio al posto del comune sale da cucina.

L’obiettivo di eliminare i disturbi da carenza iodica è stato indicato nel 1992 dall’OMS e dalla FAO. Proprio con questo fine il Ministero della Salute ha iniziato dal 1997 una campagna di educazione alimentare di promozione dell’uso del sale arricchito di iodio e ha promosso un disegno di legge. Il disegno di legge è finalmente diventato LEGGE n. 55 del 21 Marzo 2005: “Disposizioni finalizzate alla prevenzione del gozzo endemico e di altre patologie da carenza iodica”. La legge definisce le modalità di utilizzo e di vendita del sale alimentare arricchito con iodio: nei punti vendita deve essere garantita la presenza contemporanea di sale arricchito di iodio e sale comune.