La ricetta per vivere a lungo si compone di due ingredienti, entrambi indispensabili: ginnastica e peso sotto controllo.
È quanto afferma Frank Hu della Harvard School of Public Health dopo uno studio su 116 mila donne durato complessivamente 24 anni che dimostra come la ginnastica da sola non sia sufficiente a compensare i rischi sulla salute dovuti al sovrappeso e che, viceversa, la linea da sola non è una carta vincente così forte da giustificare e compensare gli effetti di uno stile di vita sedentario. Secondo quanto riferito questa settimana sul New England Journal of Medicine, solo rimanendo in forma e attivi si può scongiurare un rischio di morte prematura che non risparmia né le silhouette sedentarie né gli obesi sportivi.

Lo studio: Gli autori del lavoro hanno visto che, se è vero che le donne sedentarie e obese sono quelle che rischiano di più, dando conto del 31 per cento di tutti i decessi prematuri, del 59 per cento di quelli dovuti a malattie cardiovascolari, del 21 per cento di quelli dovuti a tumore, non sono del tutto al sicuro neppure le donne in peso forma che disdegnano l’attività fisica. Queste infatti hanno in media un rischio di morte prematura del 55 per cento più alto rispetto a quelle che svolgono più di tre ore e mezza di ginnastica o attività fisica settimanalmente. ”Dal canto loro le donne obese che non riescono o non si adoperano a perdere peso, fanno certamente bene a fare sport ma a loro volta non sono del tutto al riparo da malattie”, ha sottolineato con estrema enfasi Hu.

Molti studi infatti finora hanno evidenziato che una condizione di grave sovrappeso triplica la probabilità di una malattia cardiovascolare e aumenta di ben dieci volte quella di diabete. Adesso grazie alle stime di Hu, si è visto che se la donna obesa sedentaria rischia ben il 142 per cento in più di morire prematuramente, quella che, pur essendo in sovrappeso, cerca di mantenersi attiva rispettando un regime di attività fisica regolare di 3,5 ore a settimana, deve ancora fare i conti con un rischio di morte prematura del 91 per cento più alto che quello delle donne magre discretamente attive. ”Insomma la cosa migliore è perdere peso, se necessario, e mantenersi sempre attivi”, ha concluso Hu sottolineando che non c’è ragione di pensare che le stesse conclusioni non siano valide anche per il sesso forte. Ma comunque per le persone che fanno fatica a far indietreggiare l’ago della bilancia l’importante è non perdersi d’animo e continuare a svolgere un regime di attività fisica regolare che rimane pur sempre un fattore protettivo non indifferente.