Il fegato produce un “fattore dimagrante”, una proteina che permette di restare magri anche mangiando cibi ricchi di grassi.
Lo rivela uno studio giapponese condotto sui topi e pubblicato su ‘Nature Medicinè. La sostanza – spiegano i ricercatori – è il ‘fattore di crescita associato all’angiopoietina 6’ (Angptl6) e rappresenta anche uno scudo contro il diabete, perchè aumenta la sensibilità all’insulina. La proteina – sottolina l’autore dello studio, Yoshihiro Ogawa della Tokyo Medical and Dental University – è nota per indurre lo sviluppo di nuovi vasi sanguigni. Quindi ”combatte l’accumulo di grassi anche stimolando la crescita di capillari intorno ai muscoli. Ciò, infatti, facilita l’assorbimento delle sostanze nutritive, che vengono poi “bruciate” dal tessuto muscolare per produrre energia.
Insomma, conclude lo scienziato, ”l’Angptl6 sembra essere un “bersaglio” molto promettente per lo sviluppo di nuove terapie contro l’obesità e gli altri disordini metabolicì”. In collaborazione con il RIKEN Research Center for Allergy and Immunology di Yokohama e la Yamanouchi Pharmaceutical di Tsukuba, sono stati modificati geneticamente dei topi in modo da eliminare il gene per l’Angptl6. L’alterazione ha provocato la morte di oltre l’80% degli embrioni, mentre gli animali che riuscivano a nascere sviluppavano obesità, resistenza all’insulina e un rallentamento del metabolismo che portava i grassi ad accumularsi nel fegato e nei muscoli. Al contrario, stimolando l’attività del gene per l’Angptl6 in topi normali, il metabolismo energetico e la sensibilità all’insulina aumentavano. Inoltre, questi topi rimanevano magri e non sviluppavano resistenza all’insulina anche se venivano nutriti con una dieta ricca di grassi.