Nell’ambito delle malattie respiratorie croniche l’asma bronchiale è senza dubbio una delle patologie più significative, con una prevalenza nella popolazione generale in Italia variabile fra il 4-5 ed il 10 per cento. Prevalenza particolarmente significativa in alcune fasce di età quali quella pediatrica e quella geriatrica.
L’ asma è una malattia infiammatoria cronica delle vie aeree che si manifesta con senso di soffocamento, costrizione toracica, tosse secca e crisi ricorrenti di difficoltà respiratoria con ostruzione bronchiale reversibile. Nei pazienti asmatici è stata dimostrata una predisposizione genetica ed alcuni fattori ambientali quali allergeni (acari della polvere, graminacee, parietaria), infezioni virali, sostanze chimiche a basso peso molecolare (isocianati, farmaci, sostanze chimiche diverse), polveri di legno, tinture, cosmetici, forfore e derivati animali, fibre tessili possono stimolare nei soggetti predisposti la comparsa della sintomatologia asmatica. Soltanto nel 30 per cento dei casi, tuttavia, la causa dell’asma è di origine esclusivamente allergica, in altri casi intervengono altri fattori, in particolare infettivi, che concorrono a causare la patologia.
Che fare?
La terapia si basa su tre interventi fondamentali quali l’eliminazione dell’esposizione agli allergeni, la terapia farmacologica e, in caso di asma allergico, l’immunoterapia specifica. La terapia farmacologica utilizza farmaci antinfiammatori (cortisonici) per il controllo della malattia e farmaci broncodilatatori ad azione sintomatica; l’immunoterapia specifica è indicata solo in alcuni casi in cui sia dimostrata una componente allergica e consiste nella somministrazione di dosi crescenti di estratti allergenici utili per indurre una desensibilizzare dell’organismo.
Una questione di ormoni?
Numerose sono oggi le evidenze sperimentali che sostengono l’importanza delle variazioni ormonali nello sviluppo dell’asma. La conferma di tale rapporto si riscontra nella maggiore incidenza della patologia asmatica nelle donne in età puberale e riproduttiva, rispetto agli uomini della stessa età. L’asma nell’infanzia colpisce maggiormente il sesso maschile mentre, durante la pubertà, più donne sviluppano la patologia per la prima volta e dopo i 18 anni colpisce di più il sesso femminile. Il dosaggio ormonale, effettuato durante il ciclo mestruale nelle donne affette da asma e nelle donne sane infatti ha mostrato significative differenze. Le variazioni ormonali che si sviluppano durante la pubertà, in gravidanza, in età fertile nel periodo premestruale e nella menopausa possono dunque evocare e/o accentuare la sintomatologia asmatica. In questi casi, le crisi asmatiche delle pazienti sono caratterizzate da una estrema variabilità della gravità dei sintomi soprattutto durante il ciclo mestruale o la gravidanza. L’ipotesi che gli ormoni sessuali (in maggior misura gli estrogeni) giochino un ruolo importante nell’insorgenza dell’asma è inoltre confermata da recenti studi che dimostrano un aumentato rischio di patologie asmatiche per le donne in periodo meno pausale che assumono una terapia sostitutiva estrogenica.