Si tratta dell’incapacità di sentire gli odori, esperienza particolarmente sgradevole poiché si accompagna alla perdita – in parte o del tutto – del gusto
La diminuzione o la perdita del senso dell’olfatto viene definita iposmia o anosmia. Non essere in grado di sentire gli odori è un’esperienza che cambia la vita, è particolarmente sgradevole poiché si accompagna alla perdita in parte o del tutto del gusto. Di fatto, l’aroma degli alimenti è percepito dal naso. La lingua è responsabile unicamente delle sensazioni elementari del dolce, del salato, dell’amaro e dell’acido; ecco perché con la perdita dell’odorato gli alimenti sembrano insipidi.
Alcune caratteristiche dell’ anosmia
La perdita dell’olfatto può essere temporanea o definitiva. Nel caso di pazienti che lamentano una diminuzione o la totale mancanza dell’olfatto, si vanno a ricercare per prima cosa sinusiti, deviazioni del setto nasale, polipi, turbinati ipertrofici, oltre a secrezioni mucose che creano barriera al passaggio dell’aria impedendo, di conseguenza, alle molecole odorose di raggiungere la sommità delle fosse nasali dove si trovano le terminazioni nervose del nervo olfattivo. In questo caso si parla di causa trasmissiva o ostruttiva. La seconda causa di ipo-ano-smia è di tipo percettivo e riguarda esclusivamente quei fili nervosi che consentiranno al cervello di realizzare un segnale elettrico a bassissimo voltaggio come odore (cause sensoriali). Il cervello integra l’olfatto con altre stimolazioni, la prima delle quali è la vista. Non è un caso che quando vediamo qualcosa di appetitoso produciamo immediatamente saliva. Infine, un odore non può essere riconosciuto se non è già stato memorizzato. E’ stato provato statisticamente che il 90 per cento delle persone senza problemi olfattivi gode di un’ottima qualità di vita, mentre tra gli anosmici questa percentuale scende al 50 per cento. L’anosmia può essere congenita o acquisita.
Anosmia: Dipende dalla tipologia
Come fare, una volta che si viene ad essere colpiti a capire se è una causa ostruttiva o sensoriale? Il primo passo è andare dall’otorinolaringoiatra che, dopo una visita accurata, a seconda della diagnosi, prescriverà esami mirati al fine di diagnosticare la derivazione dell’ano-smia. Gli esami da affrontare sono numerosi. Primo fra tutti l’olfattometria, che fornisce informazioni sulla presenza o assenza dell’olfatto e su eventuali riduzioni, ma non è in grado di stabilire la sede della lesione. A seguire l’endoscopico (con fibre ottiche particolarmente sottili), l’unico che fornisce informazioni preziose. La possibilità di ispezionare la parte superiore del naso (meato supremo) dove si trova l’area olfattiva, infatti, riesce a svelare in una grandissima percentuale dei casi la presenza di piccoli polipi o di ostacoli meccanici che non permettono l’arrivo delle particelle odorose verso l’alto. Vanno poi anche eseguiti esami del sangue per identificare forme virali e, qualche volta, visite neurologiche. In ogni caso, l’indagine più attendibile è la Tomografia Computerizzata dei seni paranasali che va eseguita secondo le indicazioni dello specialista per evitare inutili dosi di radiazioni di scarso valore diagnostico. L’uso della risonanza magnetica è, di solito, molto limitato, ma senz’altro necessario ogni qual volta l’ ìposmìa appare di natura neurosensoriale perché è indispensabile escludere una patologia tumorale del nervo o cerebrale. Nelle anosmie di natura neurosensoriaìe non è ipotizzabile un recupero della funzione perduta, ma è molto possibile nelle forme ostruttive.
Se è post traumatica
Altra forma che si può riscontrare è quella post traumatica, dovuta a lesioni importanti della fossa cranica anteriore con lesione dei nervi olfattori. In tali casi il recupero può anche non avvenire; mentre in caso di semplice “contusione” di tali nervi, si può sperare in un miglioramento. Esiste la perdita del denso dell’olfatto anche all’interno della sindrome di Kallmann, un complesso disturbo genetico con ipogonadismo ipogo-nadotropico. La perdita del senso dell’odorato può avvenire anche di seguito all’uso di Alfa-Interferoni in pazienti affetti di epatite C.
Come si cura l’ anosmia
La terapia medica per la cura dell’ infiammazione nasale, piuttosto che per il ripristino delle condizioni ottimali della mucosa, sono II presupposto terapeutico per l’anosmia ostruttiva o sensoriale. La terapia farmacologia, utilizza spray al cortisone, vasocostrittori in gocce nasali, Iposensibilizzazione con vaccini (per le riniti allergiche), che danno spesso buoni risultati. Risultati positivi, nel casi non Irreversibili, si sono ottenuti anche con l’aromaterapia, metodo curativo ollistico che può agire su processi fisici, attraverso l’uso di oli essenziali che, contenendo sostanze altamente volatili che, proprio grazie a questa caratteristica, raggiungono facilmente II naso e stimolano intensamente l’olfatto. Le molecole aromatiche che si diffondono nell’aria raggiungono la parte superiore delle cavità nasali e le cellule olfattive, una volta sollecitate dalle molecole aromatiche, trasformano lo stimolo chimico in impulsi elettrici che, a loro volta, vanno a stimolare I centri deputati dell’odorato. Nelle forme secondarie ad infezione virale, in una discreta percentuale di casi (circa II 30-40%) l’alterazione dell’olfatto può essere Irreversibile.